Produzioni

Ultima opera del grande compositore milanese, tratta dalla commedia omonima di De Filippo, vide la luce nel 1977 a Spoleto, con la regia dello stesso Eduardo. Accolta freddamente dalla critica, è stata fortunatamente rivalutata e fa ormai parte del repertorio lirico più rappresentato della seconda metà del secolo scorso.
Nel passato di Violetta c’è una scelta di genere, un atto di auto-determinazione che ha portato con sé anche il senso di colpa per la propria doppia natura, interiorizzazione del giudizio esterno e della sua paura. La vittima arriva a comprendere e infine condividere il pregiudizio che l’accompagna e per una transessuale, splendida e persa in un popoloso deserto, non c’è che il sesso e il suo ricco mercato.
Musica di Giacomo Puccini. Direttore Giampaolo Bisanti. Regia Leo Muscato
Regia e direzione d’orchestra sono in questa produzione affidate a due giovani talenti del panorama italiano: Roberto Catalano e Jacopo Brusa, che affrontano il secondo titolo della Trilogia popolare di Verdi.
La prima della Fanciulla del West, settimo titolo nella produzione di Puccini, andò in scena il 10 dicembre del 1910 al Metropolitan di New York: sul podio Arturo Toscanini.
Le vicende del Conte d’Almaviva (Lindoro), Figaro (il barbiere), Rosina, Bartolo (tutore di Rosina), Don Basilio, Berta, Ambrogio e Fiorello si snodano in una sequenza di equivoci, travestimenti, sorprese, e ‘a parte’, senza soluzione di continuità.
Un balzo all’epoca del mito greco, un ritornare alle origini della tragedia, del 414 a.C., con una musica che consacrò il talento del compositore.
Il titolo di questo capolavoro in quattro atti palesa la fonte letteraria che Massenet traspose in musica: il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther di Goethe (1774).
Opera monumentale, dalle sonorità imponenti, il Messiah viene da sempre ricordato per avere una delle sezioni corali più famose e più eseguite al mondo, l’Halleluja. Verrà eseguito in tedesco con sovratitoli in italiano.
Lo studio, proposto in questo laboratorio a cielo aperto, raccoglie e fonde citazioni e riflessioni, tratte dai capolavori di Gluck, elaborate dal sottile filo drammaturgico di Bruno Taddia con la voce di Anna Caterina Antonacci.